domenica 5 dicembre 2010

Le scuse

Le scuse hanno valore quando sono sincere. Chiedere scusa per evitare di incappare in guai più grossi, oppure pensando così di mettere a posto le cose, non ha senso. 
Chi davvero si rende conto di aver sbagliato, si deve pentire sinceramente e allora, si, che le sue parole avranno di nuovo credito.

venerdì 3 dicembre 2010

Ci vogliono in silenzio, resteremo liberi


Ci vorrebbero ridurre al silenzio.


Ci vorrebbero accondiscendenti.

Ci vorrebbero adulatori.

Ci vorrebbero ciechi.

Ci vorrebbero sordi.

Ci vorrebbero muti.

Resteremo sempre liberi.



Per i "potenti" di turno che si ispirano, goffamente, al presidente del consiglio la stampa dovrebbe vedere, sentire, scrivere solo quello che fa comodo al loro assurdo modo di governare. Dimenticano che il ruolo di un giornalista è quello di riportare la verità, di verificare quello che accade, di informare i cittadini. Spesso siamo costretti a fare i "controllori" nostro malgrado. Se nei piccoli paesi non ci fossero giornalisti onesti pronti a riportare all'attenzione della gente quello che accade nei municipi, molti "intrallazzi" passerebbero sotto silenzio.

Non si è coraggiosi soltanto quando si scrive di criminalità organizzata.

Si è coraggiosi quando ogni giorno si deve "lottare" contro le ingiurie, le minacce, le calunnie, le cattiverie non soltanto dei politici di turno, che si sentono intoccabili, ma anche degli innumerevoli "lecchini" che si trascinano dietro e che pure di stare nella "corte" del potente dimenticano di avere una dignità da difendere, pronti (per un proprio tornaconto) ad essere trattati come scendiletto umani.

Spesso la cosa peggiore è dover rispondere anche a quei colleghi, o pseudo tali, che ti dicono: stai in silenzio, non commentare, non far capire quel che pensi...già se non fai capire quel che pensi è più facile fare la "bandoliera" è buttarsi una volta a destra e una volta a sinistra..stando di solito radicalmente al centro.

Fare la bandoliera non mi si addice, se dovessi riuscire nuovamente a lavorare per un ente pubblico sono certa che lo farò non per raccomandazione politica, ma perchè avrò trovato un sindaco "coraggioso" quanto me, che non si ferma alle apparenze, che non vuole qualcuno che lo osanni, ma scelga una professionista che ama profondamente il suo mestiere.

Sono pazza? Può darsi, se pazza vuol dire che vivo ancora seguendo dei principi morali e che mi aspetto che chi mi governa ne abbia altrettanti.