
Da qualche giorno il mondo giornalistico campano è in subbuglio perché ha sospeso le pubblicazioni il quotidiano freepress "Il Napoli".
Appena la notizia è arrivata alle agenzie si sono succedute decine di dichiarazioni di solidarietà. Quante false parole. Mi dispiace per gli otto colleghi professionisti che in questa giungla napoletana erano riusciti a lavorare, ma sentire parole di solidarietà dai politici fa venire il mal di pancia a chi ha a che fare con le difficoltà di questo mestiere tutti i giorni da 14 anni.
Ho letto un nome in particolare che mi ha dato più fastidio degli altri, ho avuto modo di conoscerlo e certe parole poteva risparmiarsele...
Cosa fanno i nostri politici tutti i giorni concretamente per i tanti giornalisti disoccupati della Campania?
Stiamo stipati in uno sterile elenco che non serve a nulla, perché tra l'altro quando si tratta di fare delle assunzioni o sostituzioni si chiamano solo i vecchi collaboratori o quelli "ben segnalati".
Ma perché invece di esprimere una falsa solidarietà non si preoccupano di far rispettare la legge che vuole in ogni ente pubblico un ufficio stampa?
Perché capita che certi colleghi "ingordi" abbiano ben più di un incarico invece di lasciare posto a tutti?
Perché ti trovi persone che non sono nemmeno pubblicisti (ma magari sono laureati in scienze della Comunicazione) a fare gli addetti stampa?
Semplice in molti bandi conta molto di più essere laureato che essere professionista allora per che cavolo ci fanno fare il praticantato e l'esame di Stato se poi vale come un pezzo di carta straccia?
Lo so le mie possono sembrare domande inutili...lo sanno tutti che nel mondo del giornalismo le cose vanno così, ma almeno abbiate la decenza voi che comandate e avete (purtroppo) il potere fra le mani di non manifestare un sentimento di comprensione e rammarico che non sentite neppure lontanamente.
Ai colleghi de Il Napoli la mia solidarietà VERA e segnalo anche qui(come ha già fatto tempestivamente Enzo Iurillo) la petizione per salvare il freepress.
Collegatevi con il blog di Ciro Pellegrino redattore di Epolis e firmate
Appena la notizia è arrivata alle agenzie si sono succedute decine di dichiarazioni di solidarietà. Quante false parole. Mi dispiace per gli otto colleghi professionisti che in questa giungla napoletana erano riusciti a lavorare, ma sentire parole di solidarietà dai politici fa venire il mal di pancia a chi ha a che fare con le difficoltà di questo mestiere tutti i giorni da 14 anni.
Ho letto un nome in particolare che mi ha dato più fastidio degli altri, ho avuto modo di conoscerlo e certe parole poteva risparmiarsele...
Cosa fanno i nostri politici tutti i giorni concretamente per i tanti giornalisti disoccupati della Campania?
Stiamo stipati in uno sterile elenco che non serve a nulla, perché tra l'altro quando si tratta di fare delle assunzioni o sostituzioni si chiamano solo i vecchi collaboratori o quelli "ben segnalati".
Ma perché invece di esprimere una falsa solidarietà non si preoccupano di far rispettare la legge che vuole in ogni ente pubblico un ufficio stampa?
Perché capita che certi colleghi "ingordi" abbiano ben più di un incarico invece di lasciare posto a tutti?
Perché ti trovi persone che non sono nemmeno pubblicisti (ma magari sono laureati in scienze della Comunicazione) a fare gli addetti stampa?
Semplice in molti bandi conta molto di più essere laureato che essere professionista allora per che cavolo ci fanno fare il praticantato e l'esame di Stato se poi vale come un pezzo di carta straccia?
Lo so le mie possono sembrare domande inutili...lo sanno tutti che nel mondo del giornalismo le cose vanno così, ma almeno abbiate la decenza voi che comandate e avete (purtroppo) il potere fra le mani di non manifestare un sentimento di comprensione e rammarico che non sentite neppure lontanamente.
Ai colleghi de Il Napoli la mia solidarietà VERA e segnalo anche qui(come ha già fatto tempestivamente Enzo Iurillo) la petizione per salvare il freepress.
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