giovedì 13 dicembre 2007

Addio macchina da scrivere


All'esame di Stato per diventare giornalisti non si userà più la macchina da scrivere. Ai più giovani sembrerà assurdo, ma finora per diventare professionisti bisognava svolgere la prova scritta su una vecchia macchina. Niente correttore ortografico, nessuna possibilità di cancellare e riscrivere, niente "aiutini", al contrario litigate furiose con il nastro rosso e nero che si attorcigliava sulle bacchette delle lettere e la fatica di scrivere prima in brutta e poi ricopiare in bella. Adesso la situazione cambia, come ci spiega il Corriere della Sera

Un'altra agevolazione per le nuove leve che adesso hanno anche la possibilità di cimentarsi con i comunicati stampa (anche delle forze dell'ordine) che gli arrivano fino a casa, mentre a noi toccava andare in giro a cercare le notizie, oltre al fiorire continuo di nuove scuole di giornalismo che sfornano professionisti lindi e pinti. Ma ci sarà pure una differenza tra chi, come me, ha fatto la gavetta nelle redazioni e per strada e chi si chiama giornalista perchè ha pagato migliaia di euro per seguire una scuola e trova le notizie sul web?
Mah...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

per gli uni - giornalisti crescuti tra la strada e la redazione- e per gli altri- giornalisti sfornati da prestigiose e costose scuole e università- la macchina da scrivere era un anacronismo insopportabile. Ma ti ricordi quanto era complicato trovare una macchina da scrivere portatile e funzionante????? Capisco la critica ai percorsi di formazione svolti solo in aula- anche se ritengo che una sana preparazione culturale di base non guasti nel nostro mestiere ed essere cresciuti per strada non puo' giustificare l'ignoranza di cose elementari come un po' di diritto e economia- ma vedere ll'addio alla lettera 22 e dintorni agli esami di Stato come un'ulteriore facilitazione ai giovani colleghi mi pare un po' troppo
non è il mezzo con cui scrivi a fare un buon giornalista, ma il vizio della curiosità.... non trovi?
baci

Anonimo ha detto...

Cara Gabriella,
sembra quasi che essere nati più tardi sia un crimine. Onestamente mi sono un pochino stufata di questo atteggiamento generale che classifica noi nati negli anni '80 come incapaci senza possibilità di appello, perchè abbiamo il computer ed internet. Però, se la testata non ti accredita col cacchio che hai i comunicati fino a casa. E per avere l'accredito ti devi fare il proverbiale mazzo tanto. Io ho svolto il mio "lavoro" per più di un anno presso una testata non registrata, il che significa zero comunicati. Alza il culo e con pioggia, sole o neve vai a cercarti notizie e foto sul posto. E alcuni tuoi colleghi sono arrivati a minacciare l'Arma millantando contatti che non avevo mai avuto. Soltanto perchè alcune notizie, anche di nera, scritte da me non erano state mandate fino a casa... Anche quando sono stata accreditata da testate registrate, la maggior parte delle cose che scrivevo non mi arrivavano certo fino a casa. Ora, è vero, la velina aiuta. Ma il giornalista vero, e tu lo sai meglio di me, non si limita alla mera rielaborazione. Indaga, intervista, fotografa, documenta. La velina ha lo stesso valore del passare per strada e notare qualcosa che non va. Quindi il fare tutt'erba un fascio, la criminalizzazione tout court non mi sta bene. Non ho detto io a Bill Gates di fondare la Microsoft o all'Arma di aprire l'Emeroteca. E poi, scusami, ma le veline (almeno mi pare) non le usano solo le "nuove leve" ma anche (o soprattutto?) i tuoi colleghi della vecchia guardia. Carta canta. Quanto alle scuole di giornalismo... beh, secondo me se fatte seriamente vanno bene. Tanto più che l'esame da professionista dopo va fatto lo stesso e non è detto che lo si superi. Anche perchè non è che stai a spugnare lo stock ma fai esami, tirocini, collaborazioni. Insomma, ti fai il culo. E visto che molta gente che scrive non sa neanche dove abiti il congiuntivo direi che le scuole di giornalismo sono il male minore. Capisco la rabbia di veder continuamente mortificata la propria professionalità, ma ergersi a moralizzatori e dire che le nuove leve non valgono niente... beh, non mi sembra una risposta.

Firmato
Una nuova leva che non vale niente

PS So usare anche la macchina da scrivere, ebbene si.

admin ha detto...

Carissime mi fa piacere che mi abbia risposto una "vecchia" leva (Lasty posso darti della vecchia ehehehe) e una nuova.
E' vero ultimamente io ho il sangue un pò avvelenato, credo di essere una professionista seria e ogni volta che cerco lavoro mi vedo scalzare da ragazzine intraprendenti, da raccomandati o , come è capitato quest'estate, da persone uscite fresche fresche dal Suor Orsola Benincasa. E' vero occorre un pò di preparazione in più, ma la gavetta non si può cancellare nel nulla. Ero anch'io contraria all'uso della macchina da scrivere e mi chiedo come faranno a rimpiazzarla evitanto i "brogli". Mariangela fai bene a camminare e curiosare e cercare la notizia, ma credimi la maggior parte delle nuove leve non la vedono proprio così, aspettano che siano altri a dargli la notizia e, quel che è peggio, seminano zizzania.
Bacioni ad entrambe :)

Anonimo ha detto...

Nuove leve e vecchie volpi... Non è importante il mezzo usato per scrivere un testo (vecchia lettera22, mac, pc...) ma l'onestà intelletuale ed una buona tecnica, che nessuna scuola o Università può insegnarti. Giornalisti, degni di questo nome, si deventa sempre e solo sul campo. Cercando la notizia, coltivando le fonti e scrivendo anche ciò che non piace agli amici. In sintesi raccontare i fatti, possibilmente (vediscuola anglosassone) senza il commento, che non sempre è necessario.

Un abbraccio

admin ha detto...

Ohhh Stefano grazie, hai detto in poche parole tutto quello che condivido.
Un abbraccio a te

Emanuele Bellini ha detto...

non sono un giornalista, ma dico cmq una cosa...
Speriamo almeno che i nuovi strumenti che magari facevano attardare su aspetti tecnici, lascino spazio alla professionalità, alla ricerca ed ad un modo veramente giornalistico di scrivere le cose, internet e il resto hanno cambiato tante cose, ma spero veramente che riesca a uscirne fuori solo chi veramente vale e merita, ma questo non succedeva nenache prima, quindi...
Scrivo da aspirante fotografo (magari anche fotoreporter, ma non penso) e paragono la vostra situazione all'avvento del digitale, in questo momento chiunque è fotografo, ma quando il nuovo linguaggio sarà ben definito, soltanto i grandi la spunteranno, spero di essere tra questi e che anche voi nel vostro campo riusciate comunque ad andare avanti...un saluto a tutti da Padova (cugina sapevi di questo mio trasferimento???)