mercoledì 19 novembre 2008

Grazie Iustitia


Esiste un sito Iustitia.it (e questo lo scrivo solo per i non addetti ai lavori che seguono il mio blog) che puntualmente informa i giornalisti campani su quello che accade nel mondo dell'editoria, e di questo non possiamo che ringraziarlo. Ieri sera sono andata a leggerlo, e mi sono capitati sotto gli occhi due articoli (tra gli altri) che credo meritino un minimo di commento. Il primo riporta le dichiarazioni rilasciate all'Ansa dal consigliere dell'Ordine Ermanno Corsi sui "torbidi ambienti" del giornalismo nostrano. Meno male che alla fine dell'articolo, l'autore solleva un dubbio e ricorda a noi e Corsi che quando si facevano una serie di praticantati sospetti e discutibili il presidente dell'Ordine fosse proprio lui. Oggi anche nel nostro Ordine si stanno muovendo correnti politiche indegne persino della peggiore Dc, se non stai dalla parte giusta rischi di restare impantanato. Eppure le correnti sono l'unica cosa che si vede muoversi nel mondo del giornalismo a Napoli, nessuno si preoccupa dei giornalisti disoccupati (e parlo in prima persona perchè ormai conosco molto bene la situazione ed il mercato), nessuno si preoccupa di far finalmente rispettare la legge sugli uffici stampa negli enti pubblici, nessuno si preoccupa che gli editori rispettino i giornalisti ed applichino i contratti alla regola..e potrei continuare.

Una cosa l'Ordine la sta facendo, alla guida di Ottavio Lucarelli, si sta ponendo attenzione alle nuove iscrizioni all'Albo dei giornalisti pubblicisti. Sarebbe bello se altrettanta attenzione la si mettesse anche per verificare i praticantati, e lo dico perchè io (e certamente non solo la sola) il praticantato l'ho fatto sul serio, e mi è servito. Sono stata 18 mesi a disposizione dei miei vicedirettori che mi affidavano diversi incarichi per fare in modo che mi occupassi di tutto (cronaca nera, politica, giudiziaria, bianca, sport) insomma tutto, oltre la gestione dei collaboratori e la realizzazione di diverse pagine ed invece molti vorrebbero (grazie all'amicizia e la politica) trovare nuove regole che permettano a chi non ha mai messo piede in una redazione di diventare un professionista. E poi perchè? Tanto il titolo non serve....serve la bravura.

L'altro articolo è questo
Adesso, fermo restando che non ce l'ho con il collega Pocobelli...ma possibile che a Napoli c'è chi non riesce a trovare un lavoro e chi invece deve arrabbattarsi perchè ne fa, due, tre, quattro? Insomma anche su Facebook, dove i colleghi sono sempre di più...ce ne sono diversi che si lamentano perchè due collaborazioni sono poche....sarà (come qualcuno potrà ricordarmi) che io parlo perchè al momento sono senza lavoro..ma io l'ho sempre pensata così.

Quando ho avuto il contratto di addetto stampa di un Comune, ho smesso di collaborare con il Corriere del Mezzogiorno, prestigioso quotidiano, e solo perchè ritenevo che le due cose "cozzassero", che non fosse opportuno..nessun collega me lo aveva chiesto, ma siccome sono fissata con il fare le cose giuste ho smesso, ed ho sbagliato...se avessi continuato forse oggi non sarei a spasso.

Questo può considerarsi lo sfogo di una professionista incazzata, o lo spunto per una riflessione sulla nostra professione. Dipenderà dai vostri commenti....

5 commenti:

King fused ha detto...

condivido pienamente

admin ha detto...

Menna grazie, dal profondo

Anonimo ha detto...

Uhmmm. Ha un che di fazioso questo post, specialmente nella parte dedicata all'ordine guidato da Ottavio Lucarelli che «pone attenzione alle iscrizioni dei pubblicisti». Ma guarda un po': la nostra autrice-blogger ha appena appena dimenticato che non più tardi di un mese fa circa, il suo encomiato presidente dell'ordine è inciampato in una ventina di pratiche per aspirante pubblicista, totalmente mancanti della prescritta (ex lege 69/63) documentazione. Pratiche all'ordine del giorno della riunione del consiglio dell'ordine per la ratifica di iscrizione e recanti la sigla di approvazione dello stesso Lucarelli. Ma non è tutto: a scoprire l'inghippo - che ha portato alle dimissioni di un altro pubblicista, stessa corrente di Lucarelli - è stato Ermanno Corsi. L'ex presedente dell'ordine campano dei giornalisti a me, personalmente, non è stato mai simpatico, ma ciò non mi esime dal dover essere oggettivo e veritiero. La blogger afferma nel post che «Meno male che alla fine dell'articolo, l'autore solleva un dubbio e ricorda a noi e Corsi che quando si facevano una serie di praticantati sospetti e discutibili il presidente dell'Ordine fosse proprio lui».Un'attenta rilettura dell'articolo di Iustitia (nel post c'è l'url), evidenzia che non v'è traccia di bacchettate a Corsi - che pur l'avrebbe meritate - ma l'estensore pone una domanda ben precisa: «Rimane un punto oscuro: chi ha firmato la certificazione dell’effettivo svolgimento del praticantato, documento indispensabile per essere ammessi a sostenere l’esame per diventare giornalisti professionisti?». Sicuramente voleva intendere altro, ma non possiamo rifarci alle intenzioni, bensì a quanto scritto. Il certificato dell'avvenuto praticantato non lo firma il presidente del consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti competente per territorio, bensì tocca al direttore responsabile di testata dove si è svolto il praticantato. Se responsabilità l'articolista avesse voluto attribuire a Corsi, avrebbe detto: «Chi ha esaminato la pratica e decretato l'iscrizione nel registro dei praticanti?», che è ben diversa cosa.
La nostra blogger asserisce di aver fatto il praticantato. Vero, a Metropolis. Ma vogliamo vedere se alla signora sono stati versati i contributi Inpgi, tanto per parlare di legalità di editore? Eppoi come mai, dopo il praticantato ha lasciato Metropolis? Mi direte: ma che sono fratti tuoi? No, rispondo, ma penso che sia strano che in un mercato del lavoro disidratato, ci si possa permettere il lusso di lasciar un posto, traballante quanto si voglia, per andare a fare il collaboratore in un quotidiano, sia pure blasonato come il Corriere del Mezzogiorno, senza avere certezza concreta di sistemazione. E quindi qui si giunge al secondo punto, vexata quaestio dei lavori multipli. La blogger si erge a paladina della etica (la sua) dicendo di aver interrotto una collaborazione con il Corriere del Mezzogiorno quando assunse l'incarico di addetto stampa di un comune, perché riteneva che le due cose «cozzassero». Le si può dire «encomiabile», ma non obbligata a farlo. Perché, premesso lo status di libero professionista del giornalista dipendente da editori, non v'è alcuna legge che lo obbliga, a meno di stipule di accordi tra le parti o che non si tratti di rapporto di lavoro ex art. 1 CNLG (Fnsi e altri). Eticamente si vuole che l'addetto stampa del Comune X (riferendosi a piccoli centri e non già a capoluoghi) in caso di preesistente collaborazione con un quotidiano o altro tipo di media, non tratti dell'attività politica del comune di cui è addetto stampa. E quand'anche si trattasse di un capoluogo, chi vieta di fare l'addetto stampa e di collaborare con lo sport, o gli spettacoli o la cultura? Dribblando quelle manifestazioni ove il comune o l'ente pubblico sia parte in causa. Ma per il resto non v'è esclusiva che tenga, anche perché i Comuni fanno contratti non regolati dal CNLG (infatti i contributi previdenziali non sono versati all'Inpgi, bensì all'istituto di previdenza dei dipendenti della amministrazione pubblica, [INPDAP])e sono quasi tutti contratti part-time. Diverso discorso va invece fatto per i praticanti, o redattori: il loro contratto non è part time, anche se non indeterminato, a volte.
Anche in questo caso il discorso della blogger sottende una faziosità alla quale concediamo l'attenuante dello status di disoccupata e/o precaria e della palese non conoscenza delle norme. Ma attenzione: lasciamo stare le pagliuzze negli altrui occhi, andando alla ricerca di addetti stampa comunali-collaboratori di giornali a destra e a manca, dimenticandosi delle travi nei propri globi oculari.
Ad maiora
Sibelius

admin ha detto...

Caro Sibelius, tu mi mancavi :)
Allora premettiamo che la blogger in questione (come tu mi chiami) ha un nome e un cognome e come tale, con la sua identità, si espone.
Io sono Gabriella Bellini e quello che scrivo lo faccio a titolo personale assumendomene tutte le responsabilità.
Parto dalla cosa che più mi tocca...Metropolis
I contributi il mio editore di allora li ha pagati, anzi in realtà li ha pagati lo Stato. Sono stata assunta con una legge che prevedeva dei benefici per l'editore, se sono andata via da Metropolis è perchè avevo 27 anni e ritenevo fosse opportuno fare altre esperienze professionali (non potevo nascere e morire nello stesso quotidiano..tu invece che hai fatto sei rimasto in pianta stabile dove ti hanno piazzato? magari per politica).
Tolto questo, la redazione di Castellammare resta la mia vera famiglia e dalla quale nessuno mi avrebbe mai mandato via. Ho provato a lavorare altrove, e così è stato prima a Cronache di Napoli e poi al Comune di Somma Vesuviana. So che oggi alla luce di un mercato così fiacco ho fatto quella che, agli occhi dei più, sembra una follia, ma io sono folle fin dalla nascita ;)
Io non mi ergo a paladina dell’etica, racconto solo la mia storia che è comune a molti colleghi. Io ho preferito far così, so bene che la legge lo consentiva, ma di solito questa è la scusa che usano i sindaci birichini per giustificarsi delle fesserie che fanno.
Ci sono colleghi che, contemporaneamente, scrivono per un quotidiano, fanno politica, gestiscono l’ufficio stampa di un Comune o di un’azienda sanitaria e si fanno pagare profumatamente quando presenziano ad un convegno….
Conosci bene le regole e le leggi..ma questo non fa di te un grande professionista, lo dico sinceramente..avrei apprezzato le tue critiche se mi fossero arrivate con un nome ed un cognome…
Parli di faziosità…non è un mistero che io ho votato la componente di Ottavio Lucarelli, ho da sempre condiviso il suo progetto e dunque? Non ignoro la questione che racconti, nel mio precedente post ne avevo già parlato, ma forse non sai che ci sono altri casi…come quando questo stesso Ordine ha approvato, su undici praticantati presentati dalla stessa emittente televisiva, solo tre pratiche.
Ermanno Corsi adesso è diventato il salvatore della Patria, è stato per anni presidente dell’Ordine e le cose che oggi denuncia avvenivano anche sotto il suo mandato….cosa mi rispondi? Per quanto riguarda Iustitia io l’ho letta così, tu invece dai la colpa al direttore responsabile, e va bene posso anche concedertelo. La mia opinione resta invariata.
In ultimo….non vado alla ricerca di quello che fanno gli altri colleghi, io cerco solo un lavoro stop..se e quando arriverà sarà un problema mio, per il resto ritengo di vivere ancora in un Paese democratico quindi se mi va di criticare un atteggiamento o “parteggiare” per un altro..sono liberissima di farlo. Tu allo stesso modo sei libero di non condividerlo.
Alla prossima
Gabriella

Ps ma perché non mi hai risposto su Facebook? già tu sei amico degli amici, ma non amico mio ;)

admin ha detto...

Per cancellare un cafone...ho cancellato il mio commento..l'ho ritrovato, ma è cambiata la data.
Su questo blog posso anche decidere di censurare, ma tu non decidi mai di cacciare fuori gli attributi e presentarti?