lunedì 29 settembre 2008

I puntini sulle i


Quest'estate ho evitato diverse volte di scrivere perchè l'umore mi avrebbe portato sicuramente a fare degli sfoghi che non tutti avrebbero potuto prendere bene. Ma poi stasera ero ad un convegno e le dichiarazioni di uno degli ospiti mi hanno aperto la mente: se lui diceva cose che potevano sembrare inopportune perchè io dovrei continuare a tenermi dentro quello che penso?

E allora mettiamo i puntini sulle i.
Parliamo del mio lavoro, del mio mondo: il giornalismo.

Diciamo che uno spunto di riflessione sulla professione me l'ha dato anche una cara amica, Loredana Monda, che qualche giorno fa esasperata per dei continui ingiustificati attacchi si è dimessa da direttore del sito d'informazione che guidava.

Cominciamo col dire che di persone come lei ce ne sono poche, Loredana è una giornalista pubblicista della vecchia scuola (quella cui appartengo anch'io), di quelle che hanno fatto la gavetta, che le notizie di cronaca nera non se le trovavano già belle e confezionate nella casella di posta elettronica, ma che le andavano a cercare in strada, che si coltivavano le fonti e verificavano quello che scrivevano rischiando sulla propria pelle. Perchè quando scrivi di camorra, in una zona dove la camorra esiste ancora, c'è anche la possibilità che quello che scrivi a certa gente non piaccia e non ci mettano molto a fartelo sapere, del resto tu non abiti al Polo Nord, ma a qualche strada di distanza da loro.

Eppure a mettere in difficoltà Loredana, e non solo lei, sono state le famose nuove leve che di punto in bianco hanno deciso, svegliandosi una mattina, che erano giornalisti a tutti gli effetti, che non avevano più nulla da imparare, che potevano diventare redattori, pur non essendo neppure pubblicisti e non avendo neanche un contratto da praticante, pur non sapendo qual'è la differenza per il compenso di un consigliere comunale tra indennità o gettone di presenza.
Ma l'Ordine dov'è? che fa? come tutela quelli che hanno deciso da sempre che il giornalismo sarebbe stato il loro mestiere? e quello che mi chiedo da mesi...da quando dell'Ordine è diventato presidente un mio caro amico, Ottavio Lucarelli.....

Cominciamo col dire che c'è differenza tra pubblicisti e professionisti..che se volessimo fare i pignoli io ho tre colleghi a Somma Vesuviana, ma nessuno, ad esempio, nella vicina Sant'Anastasia (e dite pure che sono megalomane, non me ne frega nulla).

Quando stavo in redazione (con un contratto da praticante) questa differenza i colleghi professionisti "anziani" la facevano notare e facevano bene, noi eravamo consci che avevamo ancora tanto da imparare. Oggi invece, grazie anche all'avvento di Internet, i giornalisti si buttano..ma c'è un ma.

Essere delle casalinghe frustrate, insegnanti di sostegno o d'altro, dipendenti comunali con la smania del secondo lavoro, disoccupati con qualche libro a carico, studenti alle prime armi, cui qualcuno concede di scrivere non vuol dire che si è giornalisti.

Io l'ho deciso a 14 anni che lo sarei diventata, a 18 mettevo piede nella mia prima redazione, a 22 ero pubblicista (e sul biglietto da visita c'era scritto proprio pubblicista...per non prendermi onori e titoli che spettavano a ben altri colleghi), a quell'età collaboravo con il Mattino, poi con il Corriere del Mezzogiorno, poi con Cronaca Vera, a 25 ho avuto il mio contratto da praticante nel 2003 ero professionista.

Da allora ho messo altre priorità (la mia salute, la famiglia, una casa mia) davanti alla mia ambizione professionale ed ho rallentato, ma non sono mica morta.

Ora ho un mio sito d'informazione, la mia creatura, nata tra mille sacrifici, che ora porto avanti con due ragazze fantastiche (Mina e Gabriella, che hanno creduto in me e mi sono rimaste accanto). Ma per il quale ci sono stati anche tanti abbandoni e delusioni, come quando capita che ti trovi ad aiutare una persona standole vicina giorno e notte, l'ascolti, la consigli, la sproni a migliorarsi perchè nonostante la laurea ha ancora delle pecche e poi da un giorno all'altro sparisce per andare a fare la Candida Morvillo della situazione....

Io non parlo mai male di nessuno.....e poi vengo a sapere che invece di me si sparla sempre, Invidia?
E dire che nella mia lunga carriera mi è capitato di avere a che fare con persone splendide, ho avuto grandi maestri, collaboratori fantastici, qualcuno è diventato professionista, altri non si sono dimenticati di me e ancora mi vogliono bene e poi mi è capitato di allevare delle serpi in seno.
Gente che a 28 anni ancora non sapeva che voleva fare della sua vita e si barcamenava tra mille impegni diversi (che nulla avevano a che fare con il giornalismo) fin quando (su sua richiesta) non gli ho detto di collaborare con me.

Dopo poco andava in giro dicendo: "Ma perchè lei può essere redattrice e io no? Io sono sicuramente più brava di lei" alla faccia.....e oggi si muove sui fatti di cronaca (e non parliamo della politica, guai a toccargli gli amici preferiti) come un elefante in una cristalleria, come se fosse l'unica persona a possedere il verbo e gli altri fossero una massa di ignoranti...azz mi ero dimenticata di avere avuto come collaboratrice Miriam Mafai.
Oppure in un altro caso ....qualcuno che ha collaborato con me, ha ottenuto la documentazione necessaria per diventare pubblicista e quella stessa sera (senza preavviso, lasciandomi improvvisamente una città scoperta) ha detto che smetteva di collaborare (e grazie aveva ottenuto quello che le serviva per andare a fare l'inviata di guerra e poter essere sempre fuori casa....) per essermi permessa una volta di riprenderla io sono diventata l'arpia.....mah
E adesso mi ricapita di avere problemi con gente che scrive per altre testate, ma vive di continui paragoni......
Io non ho bussato alle porte dei sindaci per farmi regalare dei soldi, decidendo che visto che non me li avevano dati da quel momento di loro si doveva scrivere solo in negativo, ...anche io ho bussato alle porte dei sindaci, ma per chiedere lavoro, per far attuare la famosa legge sugli uffici stampa nella pubblica amministrazione.
Io non ho pubblicato articoli a pagamento nascondendo questo importante dettaglio ai miei lettori, come invece ha comodamente fatto qualcun altro salvo poi "giustificarsi" quando gli stessi lettori perplessi gliel'hanno fatto notare.
Io non ho mai scritto su nessun forum con un nickname, come qualcuno s'illude, ho sempre firmato i miei interventi con nome e cognome.
Io mi sono presa le critiche ed ho replicato, ma non ho mai detto a nessuno di chiudere un forum solo perchè mi avevano dato dell'ignorante.
Io non ho paura, non sono invidiosa, sono sicura di me e delle mie capacità.
La palla gira e girerà presto.


Ps la persona che stasera mi ha fatto riflettere diceva che in giro a Sant'Anastasia ci sono dei pettegolezzi assurdi .....beh sono sicura che almeno in uno dei due casi c'è una persona a cui brucia non poco che l'uomo in questione abbia deciso di andarsene (anche se per soli due giorni) con un'altra quando da anni lei gli professa il suo amore. Che vuoi fare..c'è chi nella vita può fare solo l'amante e chi invece può farsi amare.
AGGIORNAMENTO
Mi chiedevo cosa faceva l'Ordine...ho parlato con Ottavio Lucarelli, mi ha detto che sono state bocciate 53 pratiche per aspiranti pubblicisti e che su questo punto si stanno portando avanti iniziative importanti.
Allora grazie presidente.
Aggiornamento 2...a volte scrivere quello che si pensa fa bene, poi si hanno un sacco di chiarimenti che sono utili.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Ringrazio Gabriella per le belle parole spese per me. Qualche giorno fa, effettivamente ho dovuto prendere decisioni strastiche, dimettendomi. Dopo un confronto con l'editoria, sono tornata, per il momento, al mio posto. E' stato, però, tutto difficile. Ancora è difficile. Da oltre un anno, anche io continuo a chiedermi dove è l'Ordine dei Giornalisti. Mi chiedo perchè le differenze tra gli iscritti e i non iscritti di qualunque Ordine Professionale sono pacificamente accettate da tutti, a meno che non si parli dell'Ordine dei Giornalisti. Il discorso di Gabriella tra vecchie e nuove leve non fa una piega. Mi dispiace avvertire che è esplosa a causa dei continui attacchi di altre persone. Vedete, credo che alla base di tutto ci sia una profonda ignoranza, che si accompagna spesso all'arroganza e all'invidia. Gli appartenenti alla vecchia gurdia (mi riferisco naturalmente a quelli che si sono guadagnati sul campo quallo che hanno costruito) hanno cercato di lavorare al meglio, erudendosi sui loro diritti e sui loro doveri, sulle leggi che regolano il settore in cui si sono mossi. In una società come questa, essere intellettivamente autonomi, onesti, capace di dire le cose per come sono (non per come si vorrebbe che fossero) è purtroppo una pecca. Quell'onestà devi pagarla a caro prezzo. L'accusa più forte che ci viene mossa, da iscritti all'Albo, è di voler limitare le nuove leve. Non è così. Vorremo che fossero più rispettose. Spesso oltre ad essere ignoranti (per evitare inutili polemiche...dal latino ignorans: colui che ignora,non ha conoscenza dei fatti, sono altezzose, maleducate e persino invidiose. Accusano le nuove leve di inesistenti persecuzioni, ma sono loro a monitorare continuamene il lavoro altrui, a pretendere di avere la stessa posizione, a sputare veleno, in tutti i modi e in tutti i luoghi, creano zizanie, parlano del pubblico e del privato, rinfacciano l'età anagrafica, a cui anche loro arriveranno! Dico certe cose perchè le ho vissute e le vivo sulla mia pelle, perchè si è cercato e si cerca in tutti i modi di distruggere la mia immagine pubblica e privata. Addirittura, istituzioni della Stato, indecorosamente, si sono prestate a questo gioco. Si è cercato di sommergermi di "cacca". Credo, però, che sotto escrementi ci siano finiti e ci finiscano altrui, a quei denigratori a vuoto a perdere, primi di reali argomenti di discussione. Il mio timore è solo che si continuino a regalare le tessere, noncuranti delle leggi e dei limiti anche retributivi.

Anonimo ha detto...

Prima di tutto la mia solidarietà a Loredana Monda. Poi mi chiedo e chiedo a Gabriella non è forse quello che tentavo di dire nei mesi scorsi quando bacchettavo qualche pseudo g....????

Anonimo ha detto...

Innanzitutto, grazie Stefano. Eravamo in parecchi a lamentare certe situazioni di scorrettezza da mesi! Tante responsabilità sono state, però, scaricate sopratutto su di me, forse perchè ho avuto il coraggio (come sempre) di espormi più di tanti altri. In realtà, il malcontento è profondo, ben diffuso. Secondo me parte da lontano. Credo che solo l'Ordine dei Giornalisti, con azioni coraggiose e impopolari, ma forse dovute (per ruolo e per funzioni), potrebbe aiutare a rasserenerare il clima, innanzitutto dando applicazione piena alle leggi dello Stato negando la possibilità di sfornare le "tessere facili" e intervendo con i dovuti controlli sulle redazioni. Per quanto riguarda le nuove leve, mi ripeto: resta il problema della totale assenza di buona educazione, di rispetto per gli altri, di senso della misura e della decenza, di umilità.
Per quanto mi riguarda, ripeto quello che ho asserito in altre sedi: non mi lascerò più provocare a mezzo stampa. Alcune azioni legali sono state avviate a tutela della mia persona e del mio lavoro, altre saranno avviate se sarà necessario. Per la serie, se volete il gioco duro l'avrete! Mi mortifica dover agire in questo modo perchè sono figlia di un modo di pensare il giornalismo molto diverso da quello odierno. Mi sono persuassa, però, che l'unico modo per fare chiarezza è andare giù duro. Il fatto che dopo tanto tempo, ognuno di noi, a turno, sia costretto a puntualizzare delle cose, è il chiaro segno che parlare con una certa tipologia di persone è inutile. L'unica strada da battere resta quella di mettere certe persone di fronte alle responsabilità civili e penali derivanti dalle loro azioni.

Anonimo ha detto...

We Gabri,
nella pagina de "i miei amici blogger" il link di emanuele Bellini non funziona (porta ad un sito che non esiste più).
Metti un bel link al mio sito e non se ne parla più :-)

admin ha detto...

Inanzitutto scusate se ci ho messo tanto per rispondere, ma in questo momento sono tanto, ma tanto amareggiata....
Naturalmente la nostra cara anonima è Loredana (che forse è più incacchiata di me)...che aggiungere alle sue parole?
Stefano, perdonami, ho forse perso qualche tua discussione? se si segnalamela che l'unione fa la forza
e grazie sempre per il vostro sostegno.

Anonimo ha detto...

Gabry cara, concordo in pieno sulla necessità di chiarimenti, sempre utili..per il resto, mi fa immenso piacere che Lucarelli abbia sposato una politica del genere. Mi risulta però che le pratiche siano state bocciate grazie ad una denuncia del consigliere Ermanno Corsi che ha poi indirizzato una nota a tutti i vertici nazionali e regionali del'Ordine, della Fnsi, dell'Inpgi e della Casagit, cosa che che tu, così attenta, avrai sicuramente letto anche qualche settimana or sono su Iustitia. Nel caso l'avessi persa..ti incollo qui la nota:
"Cari colleghi, porto alla vostra conoscenza quanto accaduto nell'ultima riunione (martedì 22 luglio) del Consiglio dell'Ordine della Campania. Al momento di trascrivere i nomi dei nuovi Pubblicisti nel verbale della seduta, il Segretario Coppola ed io ci siamo accorti che una delle pratiche esaminate e approvate dal relatore, portava il nome di un parlamentare. Abbiamo aperto il fascicolo e, con grande sorpresa, abbiamo visto cha la pratica era assolutamente priva della documentazione necessaria. E' stato naturale fermarla. La cosa grave, però, è che l'approvazione della pratica portava la firma di Lucarelli, il quale, appena scoperto il maldestro tentativo di farla passare, non ha dato spiegazioni chiudendosi in un mutismo imbarazzato. A questo punto il Segretario Coppola ha detto ironicamente Lucarelli "ha certamente firmato in buona fede". Io ho aggiunto: "Sì, e con la stessa buona fede bisognerebbe cacciarlo dall'Ordine".Questo è il sistema con cui, probabilmente, negli ultimi tempi molte pratiche di Pubblicisti sono passate. Come è stata fermata la pratica riguardante il parlamentare, allo stesso modo sono state fermate le altre pratiche, una ventina, che presentavano le stesse caratteristiche, uguale fonte di origine e l'identico avallo da parte di Lucarelli. Ho chiesto perciò che tutte le iscrizioni deliberate nell'ultimo anno, vengano attentamente ricontrollate. Firmato ERMANNO CORSI- Napoli 23 luglio 2008".
Tant'è, ad oggi, le pratiche ferme grazie a Corsi, e che sarebbero passate senza il suo intervento, ammontano appunto a più di 50. Mah, vedremo. Dany.

admin ha detto...

Grazie Dani, conoscevo la nota apparsa su Iustitia ( e chi se lo perde), mi fa piacere che anche Corsi abbia deciso di darsi alle svolte. Ricordo però, magari ai più giovani, che Ermanno Corsi è stato presidente dell'Ordine per diversi anni e anche sotto il suo mandato diverse cose erano "strane". Ci sono stati colleghi che dopo una interrogazione consiliare nei loro confronti hanno ottenuto (nel giro di un paio di settimane) il tesserino da pubblicista che a tutti gli altri poveri mortali costa almeno due anni di fatica, e ci sono stati diversi praticantati d'ufficio (quelli insomma utili a sostenere l'esame da professionista) alquanto discutibili. Ben venga ora se Corsi segnala cose anomale e Lucarelli le corregge, anche se dopo la chiacchierata che abbiamo avuto ieri sono sicura che il presidente e l'Ordine tutto hanno intenzione di riportare la normalità nel nostro bistrattato mestiere.

Anonimo ha detto...

Gabry cara, l'interrogazione in questione me la ricordo bene e anche se allora fece incavolare pure me (giacchè il collega ed ora amico in questione ha la mia stessa "anzianità" di iscrizione all'ordine), consentimi, la questione è un po'diversa. Se Corsi ha dato una mano a qualcuno che, discutibile prassi quanto vuoi ha presentato una documentazione fatta di pubblicazioni, libri, articoli, corsi di giornalismo e quant'altro, non mi pare, oggi, così grave. Per i praticantati d'ufficio ai quali ti riferisci, potevano essere discutibili quanto vuoi,ma sempre di persone che avevano fino allora fatto questo mestiere, pur senza avere una redazione alle spalle si trattava. Qui stiamo parlando di altro, e non si tratta di segnalazione a Lucarelli, ma di denuncia ai vertici delle categorie di una prassi che nell'ultimo anno andrebbe definita soltanto come vero e proprio "racket dei pubblicisti" giacché mi riferisco a chi questo mestiere non l'ha mai fatto.. Tant'è che il revisore dei conti Mauro Fellico ha preferito dimettersi. Comunque, confidiamo tutti in una ricomposizione e parlo sul serio. E tra un tesserino dell'ordine regalato all'on. Cesaro, che nella vita fa tutt'altro, e un praticantato d'ufficio a chi si è svenato senza tutela per tanti anni o a chi comunque questo mestiere l'ha fatto c'è una bella differenza...
dany

admin ha detto...

Ognuno la vede dai suoi punti di vista. Io trovo assai scorretti i praticantati "regalati" a chi in una redazione non ci ha messo mai piede. Anche perchè quando io ho fatto il praticantato davvero mi hanno fatto occupare di diversi settori, compresa la giudiziaria (così come dovrebbe essere, mi sono presa la responsabilità di gestire le pagine, decidere le notizie più importanti, scegliere i titoli....fare il redattore non è semplice come fare il collaboratore da casa...sono cose ben diverse e ritengo che i praticantati veri dovrebbero essere o quelli ottenuti per assunzione o per ufficio (quando sono veri....perchè costretto a lavorare in nero). Non sono nemmeno tanto d'accordo con la storia delle Scuole e corsi universitari...che poi tutti diventiamo professionisti e il lavoro non c'è lo stesso.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa a Gabriella e Daniela, ma un'idea ancoras diversa. La legge è legge. Le procedure vanno rispettate. Non credo che sia giusto regalare lec tessere da praticanti come quelle da pubblicista. Non è vero, però, che lavorare da redattore e più difficile che lavorare da casa. In entrambi le situazioni ti assumi delle responsabilità e ci rimetti la reputazione. A fare di te un buon redattore come un buon collaboratore è il lavoro, la serietà con cui lo fai. In generale, fare il giornalista, non il rielaboratore di veline, comporta dei rischi. Mi permetto di dirlo perchè ho il polso della situazione più di altri, perchè ho vissuto situazioni alla massa sconosciute. Che sia Ermanno Corsi o Ottavio Lucarelli o qualcuno altro, le cose vanno fatte a norma di legge, sotto il profilo formale, sostanziale, fiscale e retributivo. Nn si può esigere il pagamento delle quote dagli iscritti, quando si violano le leggi, i regolamenti, le disposizioni, per favorire chi nn ha titoli e credenziali per essere un giornalista quando si omette di tutelare coloro che sono goiornalisti. Ne va del decoro della professione e dell'Ordine, che sui certe questuioni, e lo sapete, può intervenire. Loredana

Anonimo ha detto...

Sono più vicina, per idee, a Loredana piuttosto che a Gabriella. Perché Gaby cara, il tesserino da "professionista" non fa il giornalista. Mai. E non lo dico perché ancora non ce l'ho giacché non mi riferisco al mio caso, al tuo o a quello di Loredana. Il lavoro di redattore ha le sue difficoltà e le sue responsabilità ma a giudicare dai risultati che quotidianamente vediamo su prestigiosi quotidiani partenopei, io dico, con decisione, che Loredana Monda, tanto per fare, adesso, un esempio, è mille volte più degna di fregiarsi del titolo di giornalista rispetto a tanti professionisti napoletani che il praticantato l'hanno fatto in redazione. E che significa che cresce il numero dei professionisti e diminuisce il lavoro, che vogliamo fare, la casta? Il numero chiuso? L'elite di chi, per meriti (ma sempre se il posto c'è), per spinte, per, pardon, culo, riesce a insediarsi in una redazione?(fosse pure quella del giornalino del bar dello sport Gaby? o un praticantato a, che so, Il Punto, vale di meno rispetto ad uno fatto al Corriere, cos'è, una questione di prestigio? se sei a Repubblica sei più bravo di uno del Riformista?). Ora sappiamo, tutti, che a settembre del 1985, pochi giorni dopo la sua morte, Giancarlo Siani sarebbe stato assunto. Qualche tempo dopo, magari, sarebbe diventato professionista. Che ne sappiamo, magari pur essendo un bravo, un ottimo, un valente giornalista pubblicista, nessuno gli aveva insegnato a scegliere i titoli, non si era mai assunto la responsabilità di decidere se mettere in pagina la sagra del fungo porcino rispetto a quella delle patate, una storia torbida di sesso rispetto ad una legata al racket delle estorsioni ai danni di un commerciante. Ma era un giornalista. Pubblicista. Perché Gabry cara, a volte i titoli non sono null'altro che questo: parole. E qualcuno, proprio dal "mio" giornale, la sera della morte di Giancarlo si pose il problema di come definirlo (pubblicista? solo giornalista? abusivo? collaboratore?). Mi consta che questa indecisione sia ricordata da molti per quella che è stata: una vergogna. E mi consta, ancora, che tu fossi una brava giornalista anche prima di iniziare il tuo tirocinio in redazione. Ora hai esperienze in più nel tuo bagaglio. Bene, cara, fanne tesoro. Hai fatto l'esame, hai studiato, hai ricevuto il tesserino che ti qualifica come professionista. Fregiatene. Senza dimenticare mai, però, che è solo una parola. E' una questione di meriti e lavoro, sì, ma anche di tempi, di destino, di casi, di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. E, sai, non capita a tutti. Sulle regole, infine, Loredana ha ragione. E infatti io non volevo far intendere che una piccola deroga è meno grave rispetto ad una plateale figura di M come le recentissime "accocchiate" (passatamela, licenza da..pubblicista) dal nostro Ordine. Sono entrambe da evitare. Ma, giusto per amore di disquisizione, e per mettere ancora una volta i puntini sulle i, esistono i praticantati d'ufficio per questo: perché un collega che, esempio, si fa il c..uore così ogni giorno in un tribunale a seguire la giudiziaria, sta tutto il tempo in allerta, trascura casa, amore, figli e famiglie per profondere passione in uno dei pochi mestieri rimasti che ancora la suscita, è meno degno di fregiarsi del titolo rispetto ad un mezzemaniche da redazione che sta tutto il giorno a dire agli altri cosa fare mentre loro lo stanno GIA' facendo? Basta mò. Facciamo così, nun me rispondere...tanto lo so che c'hai la capoccia dura. Io resto della mia idea, tu della tua, Lory della sua...e siamo tutte più contente. baci.dany. (p.s. Shelly ha deciso: vuole il tesserino e lunedì comincerà la sua collaborazione con il settimanale Quattrozampe. Corsi mi ha assicurato che intercederà affinché il presidente Lucarelli acceleri le pratiche, in quegli elenchi (in tutti, professionisti, pubblicisti, praticanti e speciali) ci sono tanti CANI...uno in più, uno in meno....

Anonimo ha detto...

Forse, sono stata leggermente fraintesa. Proverò ad essere più chiara. A mio avviso, meritano rispetto sia i pubblicisti sia i professionisti, in ragione nn dei titoli, ma della serietà, dell'onestà, dello spirito di abnegazione che hanno caratterizzato il lavoro. Se certe caratteristiche si sono andate perdendo è perchè troppo tessere da pubblicisti come da professionisti sono state praticamente regalate, probabilmente saranno ancora regalate. Questo è successo, succede, succederà perchè si ha scarso rispetto per le leggi dello Stato. Questo scarso rispetto è poco decoroso per i giornalisti e per l'Ordine. Assolutamente nn giustifico, quindi, nessun iter, da professionista o da pubblicista, che nn sia conforme alle leggi dello Stato. A me le polemiche nn interessano più...ho detto e continuo a dire che le mie patite le gioco nelle aule di tribunale ormai, ma è mortificante tanta improvvisazione, che ha fatto rimanere o fa rimanere fuori (sempre perchè così è più facile violare le leggi dello Stato) fior fiori di pubblicisti e di professdionisti che i titoli conseguiti se li sono guadagnati in strada, correndo rischi di natura diversa, talvolta pagando di tasca propria avvocati per procedimenti penali nei quali erano imputati per errori altrui. Spero di essere stata più chiara.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo...Una precisazione sulle "mezzemaniche" da redazione. Anche li, nn si può generalizzare. Tutto è legato all'idea che hai dell'essere redattore (e per legge puoò esserlo solo un professionista, a meno che nn si possa vantare un contratto di praticantato). E' chiaro che se pensi che fare il redattore implichi "cazziare" gli altri, impartire ordini, tagliere le notizie migliori ai collaboratori, inventare di sana pianta discussioni inesistenti, cestinare senza motivo il lavoro altrui, istigare doiscussioni fuori e dentro redazione, sei una schifezza di redattore. Si arriva ai problemi che hanno avuto le persone come me, a cui nessuno ha avuto il coraggio di porre rimedio, senza remndersi conto che prima o poi i nodi vengono sempre al pettine e si arriva alle figuri di m...Se sei un pò redattore o un buon direttore, parli serenamente con i tuoi collaboratori, nn ti aspetti che facciano loro quello che tu nn hai voglia di fare, nn gli chiudi i contatti, nn gli togli le notizie migliori. Cerchi di essere civile e collaborativo. Sewi nelle posizione nn sdi chi ha solo un onore e un potere, ma un dovere e delle responsabilità anche verso terzi. E se sei ancora più intelligente dopo aver capito che nn fai il redattore per chiudere gli spazi a qualcun altro, cominci a percepire anche la differenza tra l'uso dell'autorità e l'uso dell'autorevolezza.

Anonimo ha detto...

Cara Gabriella,
ho letto, con estremo interesse, il tuo intervento sulla nostra amata – odiata professione e devo dire che concordo con la maggior parte delle cose che hai detto. Chi scrive, come ben sai, dopo aver conseguito la laurea in legge ed aver svolto la professione forense con tanto di studio, segretaria, ecc. ha deciso di voltare pagina e di tornare a fare il “cronista di strada” e, perciò, il mio caso rappresenta, forse, l’esempio più significativo di come la passione per questo lavoro possa indurre a fare dei salti tripli senza paracadute poco adatti ai sani di mente. Io, che per motivi di studio, mi sono occupato in maniera approfondita della figura del Poverello di Assisi so bene che il Santo oggi da tutti osannato, alla sua epoca, era considerato un folle e, come tale, trattato. Ma quelli, si direbbe, erano altri tempi! Ad ogni modo, mettiamo da parte gli inquilini del Paradiso o i personaggi storici (per non fare torto agli Atei), e parliamo di quello che è, attualmente, la professione giornalistica. L’avvento delle nuove tecnologie, in particolar modo la rivoluzione copernicana rappresentata dalla diffusione su vasta scala di internet, hanno cambiato profondamente il lavoro giornalistico ed il modo in cui esso viene concepito sia dagli addetti ai lavori che dagli estranei. Basta avere un personal computer con una connessione veloce ed un programma per l’impaginazione e il gioco è fatto. Chiunque, come dici tu, può improvvisarsi giornalista. Per di più con i “fogli” online il gioco è ancora più semplice. La differenza, in una società culturalmente avanzata (quale non è la nostra) dovrebbe essere rappresentata dalla qualità, oltre che dell’accesso limitato alla professione, non già per un affare di casta, quanto per garantire, per l’appunto, un certo “spessore” su cui basare il rapporto di fiducia che si crea tra il lettore - visitatore – internauta in chi scrive. Così non è e le tante tessere da pubblicista distribuite a destra e a manca ne sono la prova più evidente. A fronte di questi “colleghi”, perché, ahimé, di colleghi si tratta, c’è poi una vasta schiera di giornalisti, pubblicisti e professionisti, che pone al centro della propria attività la deontologia, che verifica le notizie prima di diffonderle, ecc. Ovviamente per l’uomo della strada, o per usare una espressione tipica del codice civile del 1942, per “il buon padre di famiglia”, giornalista è sia chi ha conquistato il “tesserino” grazie alle amicizie, alla politica, ecc. sia colui che, con spirito di sacrificio e abnegazione, ha conquistato la stima dei proprio interlocutori giorno per giorno, operando sul campo, tra mille difficoltà e ostacoli di ogni genere. Se, poi, non si ha la fortuna di avere un editore degno di questo nome che ti garantisce un contratto tale da giustificare la “pratica” ai fini dell’esame di abilitazione, allora il gioco è fatto, nel senso che rimani in un limbo che non solo mortifica anni di “gavetta” (e magari la collaborazione da “abusivo” in varie redazioni) ma che ti impedisce di accedere a certe posizioni il cui pre - requisito è proprio lo status di giornalista professionista. Cosa fare, dunque, per uscire da questo “empasse”. A mio modesto avviso è indispensabile, innanzi tutto, una riforma organica dell’ordinamento della professione giornalistica in linea con quelle che sono le nuove tecnologie e con le trasformazioni che sono avvenute negli ultimi anni, in secondo luogo occorre avviare, al più presto, la revisione degli elenchi tenuti dal Consiglio dell’Ordine, facendo sì che solo chi esercita realmente la professione giornalistica, sia in via esclusiva (professionista) sia in via non esclusiva (pubblicista), sia iscritto e goda di servizi e tutela adeguata. Aggiungo che sarebbe anche il caso di avviare un confronto a viso aperto con gli editori per discutere, una volta per tutte, senza tatticismi, nuove tipologie contrattuali da “adattare” al mondo giornalistico. Ti chiedo scusa per queste mia riflessione sul “sistema” e mi auguro che tu, da eccellente operatrice dell’informazione quale sei sempre stata, possa introdurre altri spunti di riflessone …
Calbo

admin ha detto...

Meno male che alla fine a dire una parte di quel che penso io è stata proprio Loredana (la nostra cara anonima qui sopra...vuoi imparare a firmare? :) )
Ha saputo descrivere con perfezione quello che è un buon redattore, meglio ancora quando il redattore prima di essere tale è stato anche collaboratore...così saprà bene che non devi fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te....Sono contenta che questo mio post sia frutto di riflessione e molti che sono prima amici e poi colleghi mi hanno espresso anche in privato la loro solidarietà. Caro Carmine tu sei uno di questi, come dici tu occorre ordine nell'Ordine e certo far sentire il nostro malumore può essere utile affinchè chi ci rappresenta lo faccia al meglio sottolineando che certe differenze ci sono e vanno rimarcate. Io mi auguro che questa situazione di crisi del nostro ambiente termini presto e le persone che sono davvero giornalisti (perchè non si fa il giornalista, il giornalista è un modo di essere, di vivere , oltre che un lavoro) possano finalmente vivere del loro mestiere senza chiedere l'elemosina a nessuno.

stellastale ha detto...

qualcuno ha detto che giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. il resto è propaganda
dall'"alto" del mio ufficio stampa- e quindi come ufficiale fornitrice di propaganda- tento di ricordarmelo ogni giorno. e apprezzo chi pubblicista o professionista tenta e riesce a sconfessarmi, in modo serio e approfondito. forse non c'entra molto con il dibattito che si è sviluppato qui, ma credo seriamente che la definizione non la dia un tesserino

Anonimo ha detto...

Nessuno sta dicendo che solo un tesserino reda qualcuno un buon giornalista, collaboratore o redattore che sia, ma nn si possono violare le leggi, fingendo di nn essere interessati ad un iscrizione e poi conseguendola violando le norme. Credo che sia pacifico, perchè emerge da tutti i commenti, che è lo spirito che si ha nel lavorare a fare il giornalista. Molte nuove leve mirano a quello purtroppo mettendosi in competizione, offendendo e calpestando, senza rendersi conto che dovrebbe guardare alla qualità del lavoro di chi nel settore è da oltre un decennio, ma al proprio, spesso fatto di scopiazzamenti o di rielaborazione di veline. Anche noi siamo costretti oggi a rielaborare le veline, ma lo riteniamo, comunqwue, tutto questo una mortificazione. Credo che nessun collega che si è fatto un sedere così con corretta possa o debba sentirsi messo in difficoltà dalla richiesta di chiarezza, di corretta e di rispetto delle leggi. Nn si vuol negare l'iscrizione all'Albo a nessuno, ma è giusto che si comprenda che nn può neanche essere regalata. Loredana

PS Mi sono firmata..in realtà nelle altre ho solo dimenticato di farlo..nn ho timore di mettere il mio nome sotto i miei scritti. Nn vedo perchè dovrei averne avendo accetto i rischi del mestiere di giornalista per tanti anni.